Storia della candela


Prima che si scoprisse il modo di utilizzare l'energia elettrica nel secolo scorso le case venivano illuminate con lampade ad olio e a gas o con le candele. Gli antichi romani utilizzavano candele che venivano fabbricate seguendo questo procedimento. Si immergeva una corda di canapa in un contenitore pieno di pece calda e liquida; estraendo lo spago, la pece che vi rimaneva appiccicata a poco a poco si solidificava. Successivamente la candela veniva immersa nella cera calda e allo stato liquido. Una volta estratta, anche la cera, a contatto con l'aria, diventava solida e la candela poteva essere utilizzata. Queste candele, le stesse che venivano accese dai primi cristiani quando di notte si recavano di nascosto nelle catacombe per pregare, emanavano odore di sego, una sostanza con cui era composta a quel tempo la cera.



Occorrerà giungere al 1820 per ottenere candele inodori, quando due francesi fabbricarono le prime candele di stearina, una cera priva di grassi. Qualche anno più tardi, nel 1834, un altro francese inventò uno stoppino ritorto, che rese le candele più luminose. Si chiamava Newton, invece, l'inventore inglese che nel 1846 ideò la macchina capace di produrre candele. Da allora la tecnica della produzione delle candele non é molto cambiata. La fantasia dei produttori si è però sbizzarrita ed ha creato ceri e candele dalle forme eleganti, buffe, classiche o bizzarre, aggiungendo al fascino misterioso della luce della candela un tocco di colore e di profumo decisamente gradevoli. Oggi le candele illuminano le nostre case solo in casi eccezionali o di emergenza. Hanno però continuato ad esercitare il loro misterioso fascino sui bambini, che spengono con un soffio le candeline della torta di compleanno.

Le candele conservano dalla notte dei tempi la loro magia.

Una candela non è per sempre ma regala attimi indimenticabili.